Se dico “pasta”, che brand ti viene in mente?
E se dico “cartoni animati”? “Sgrassatore”? “Lavatrice”?
Potrei andare avanti a lungo, più o meno con qualsiasi oggetto.
Questo è cosa significa essere “top of mind”.
È il posto in cui tutti i brand vorrebbero essere: in cima ai pensieri di consumatori e consumatrici.
È l’ambizione più grande di chi fa marketing: trasformare la sua azienda in quella a cui chiunque pensa all’inizio del processo d’acquisto di un determinato prodotto o servizio (il famoso funnel).
Cosa c’entra tutto questo con le risorse umane?
C’entra tantissimo. Infatti, penso che i team HR non dovrebbero avere un obiettivo diverso da questo.
Ovvero, far sì che la propria organizzazione sia percepita come sinonimo di inclusione, flessibilità, rispetto e fiducia dai talenti.
Sono tanti i ranking che definiscono gli employer migliori, secondo rigidi criteri.
La reputazione che creiamo però, quella, è sempre e solo in mano alle persone che lavorano con noi.
Cosa raccontano del loro percorso qui dentro?
E cosa ricorderanno una volta andate e andati via?
Dobbiamo smettere di considerare l’Employer Branding come qualcosa di secondario, ma come una risorsa potentissima di attraction.
L’unica capace davvero di entrare in quel posto dove spesso desideriamo di essere: nella testa di candidati e candidate che non vogliamo farci scappare.
Non si può non comunicare.
In questo caso, anche non facendolo, stai già comunicando molto della tua azienda.
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