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C’è un’idea che ancora resiste in troppe aziende: chi eccelle nel proprio lavoro sarà anche un bravo o una brava manager.

Il risultato? Manager “per caso”, team allo sbaraglio e aziende che pagano il prezzo di questa impreparazione.

Le organizzazioni non possono più permettersi di promuovere persone a ruoli di leadership basandosi solo sull’anzianità o sulle competenze tecniche.

La leadership non è una dote innata, né una conseguenza automatica dell’esperienza: è una responsabilità che richiede preparazione.

Secondo il Top Employers Institute 2024, le nuove generazioni hanno aspettative chiare sui e sulle leader che vogliono seguire:

  • 52% della Gen Z cerca un management capace di motivare e ispirare;
  • 46% vuole empatia e interesse autentico;
  • 41% desidera una leadership inclusiva.

Eppure, molte aziende continuano a ignorare queste esigenze. Il costo è alto: l’impreparazione del management può ridurre l’engagement fino al 70%, con effetti a cascata su produttività e retention.

La capacità di guidare un team, prendere decisioni in contesti complessi, sviluppare una leadership empatica e affidabile non è qualcosa che si improvvisa.

Formare i e le manager è una priorità strategica, e lo sarà sempre di più, come abbiamo scritto nella nostra ricerca Future of Work Trends 2025.

Manager non si nasce, si diventa.

E le aziende che vogliono crescere davvero devono smettere di promuovere persone senza prepararne il successo. Perché la leadership, quella vera, va allenata ogni giorno.

 

Questo editoriale è stato pubblicato la prima volta nella Newsletter di RADICAL HR. Iscriviti per riceverla ogni settimana!