Non si può non comunicare, recita uno dei principi della comunicazione.
Io dico: è vero, ma non si può neanche non sapere a chi comunicare.
Quando comunichiamo, lo facciamo con l’intenzione di far arrivare un messaggio a una persona.
Sembra ovvio, ma quando si tratta di formazione aziendale, questo principio è come se sparisse.
Troppo spesso, infatti, il Corporate Learning viene comunicato allo stesso modo a tutta la popolazione aziendale, come se le persone fossero un blocco indistinto, senza esigenze, preferenze o abitudini diverse.
Ma la realtà è un’altra: non tutte le persone leggono le stesse cose, non tutte usano gli stessi canali, non tutte sono attratte dallo stesso linguaggio.
Proviamo a pensare alla Gen Z.
Se hai progettato per loro un’esperienza di learning interattiva, gamificata, coinvolgente, ha senso comunicargliela con una mail standard e un allegato in PDF? Probabilmente no.
Così come non ha senso comunicare a un o una manager senior con lo stesso tono con cui ci si rivolge a una persona appena entrata in azienda.
Comunicare non serve a nulla se non conosciamo il nostro target.
E, ancora peggio, se pensiamo che siano le persone a dover interessarsi alla formazione, invece di essere noi a renderla interessante per loro.
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