Chi sta guidando le aziende nel cambiamento… sta bene?
Spoiler: non sempre.
Già nel 2024, lo State of the Global Workplace Report di Gallup segnalava che le e i manager sono tra le persone più motivate in azienda. Allo stesso tempo, sono anche quelle che vivono più emozioni negative.
Un paradosso? No, un segnale d’allarme.
Perché se vogliamo che il cambiamento abbia successo, dobbiamo prenderci cura anche di chi lo guida.
Ecco allora 3 azioni strategiche che possono fare la differenza, tratte dalla ricerca Future of Work Trends 2025, e un insight dalla mia esperienza personale come Chief Innovation Officer di RADICAL HR:
1. Promuovere una mentalità imprenditoriale
Formare il management al problem-solving, al pensiero strategico e al future thinking significa aiutare le persone a diventare “imprenditori e imprenditrici interni”, capaci di creare valore e guidare la complessità, anziché subirla.
2. Creare un Leadership Lab
Un laboratorio esperienziale, dove si lavora su casi reali, ci si confronta, si sbaglia e si cresce. Perché come dice Brené Brown: la leadership non si insegna, si vive.
3. Riconoscere (davvero) chi cresce
La leadership va misurata anche con KPI più profondi: qualità della delega, innovazione, feedback del team. Se non rendiamo la crescita visibile e riconosciuta, come possiamo aspettarci che diventi priorità?
4. Favorire lo scambio generazionale
Creare spazi di confronto tra manager junior e senior aiuta a mettere in circolo esperienze e visioni. Il management deve dare il buon esempio: imparare a disimparare, a cambiare idea, a contaminarsi con persone con background diversi. Altrimenti, non lo farà nessuno.
Prendersi cura del management non è un atto di gentilezza: è una priorità strategica. Perché oggi, più che mai, abbiamo bisogno che a guidare le aziende siano persone concentrate, serene, con una visione chiara. Non manager sull’orlo di una crisi di nervi.
Questo editoriale è stato pubblicato la prima volta nella Newsletter di RADICAL HR. Iscriviti per riceverla ogni settimana!
