Creare una reputazione positiva per la propria organizzazione è un tassello fondamentale per costruirne il successo. Parliamo di Employer Branding, ovvero di tutte le iniziative che è possibile mettere in campo per rendere l’azienda un brand capace di attrarre e trattenere talenti. Stesura degli annunci di lavoro, pianificazione di un employee journey positivo, Corporate Wellbeing, Career planning, formazione, Epv (Employee Value Proposition)... Ogni aspetto della relazione tra azienda e lavoratori concorre alla creazione della reputazione, e quindi dell’Employer Branding.
Allo stesso modo, tutte le iniziative che contributiscono al posizionamento dell’azienda, come ad esempio eventuali donazioni a fondazioni benefiche o investimenti nella riduzione dell’impatto ambientale, influiscono sull’Employer Branding. Sempre più, infatti, le nuove generazioni danno peso ai valori delle aziende e al modo in cui queste si comportano, alla Company Culture – la cultura aziendale – e alla mission, e tendono a preferire le aziende che rispecchiano i valori positivi in cui si identificano.
Ma fare le cose non basta, le aziende devono anche comunicare quanto fatto all’esterno, per attrarre i talenti, e all’interno, per rendere le proprie persone consapevoli delle opportunità loro offerte e aumentare, così, partecipazione alle iniziative ed engagement. Investire nell’Employer Branding ha, infatti, risvolti positivi anche sulla produttività del lavoro che è possibile misurare tramite la definizione di Kpy e la data analysis.
Ma attenzione: le promesse fatte con l’Employer Branding devono poi essere mantenute! Questo farà sì che siano gli stessi dipendenti a diventare i più importanti ambassador dell’organizzazione e promotori dell’Employer Branding.