Già prima della pandemia la figura del manager si stava spostando da un focus sui task a un focus sulle persone e sulla relazione con loro. I driver erano già chiari:
- Diverse aspettative dei membri del team sulle qualità che un manager dovrebbe avere: intelligenza emotiva, comunicazione, empatia.
- Sistemi di intelligenza artificiale e automazione a supporto della gestione di task
- Necessità delle persone di un rapporto più personale, anche in ambito lavorativo.
Due anni di pandemia ci hanno poi impedito di rispondere adeguatamente a quest’esigenza e l’hanno quindi acuita – e starà ora agli HR facilitare questa transizione di ruolo dei manager.
Come? Lavorando su due aree:
- Rendere i manager consapevoli della cosa
- Fornire loro gli strumenti adatti
Lo strumento ideale è il one-to-one. Non in senso tradizionale (focus su compiti e mansioni) ma come uno spazio in la persona sia libera di parlare con il proprio manager, scegliendo anche che forma dare alla relazione.
In sostanza si tratta di offrire a tutti una piattaforma su cui stabilire un rapporto – anche in ibrido o in remoto – e consolidarlo. Usato bene, un one-to-one con questa funzione può fare molto a riguardo.